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Vita e opere di Achille Castiglioni tra innovazione, funzionalità e ironia

Vita e opere di Achille Castiglioni tra innovazione, funzionalità e ironia

achille castiglioni vita e opere
achille castiglioni vita e opere

Quando si parla di design italiano, è difficile non pensare subito ad Achille Castiglioni e a suo fratello Pier Giacomo. Architetti e designer pluripremiati, dagli anni Quaranta in poi hanno firmato insieme alcuni dei progetti più originali del panorama italiano e internazionale, e realizzato oggetti tuttora presenti nelle nostre case e nei musei di tutto il mondo. Per capire quanto dobbiamo ai fratelli Castiglioni e in particolare ad Achille ne ripercorriamo assieme la vita e le opere, concentrandoci soprattutto sui prodotti industriali.

Achille Castiglioni, architetto e designer

“Io parto sempre da un’idea e poi la modifico e la metto a punto nel realizzarla. C’è molta modellistica nel mio lavoro, anche perché sono figlio di uno scultore e ho sempre visto mio padre lavorare con le mani e plasmare la materia per dargli via via la forma voluta”. Così Achille Castiglioni descrive il suo metodo negli anni Ottanta, ricordando il legame tra il suo modo di fare e quello del padre, Giannino, dal quale eredita la capacità manuale e l’interesse per la plasticità delle cose. 
Ultimo di tre fratelli – Livio (1911-1979) e Pier Giacomo (1913-1968) – Achille nasce nel 1918 a Milano e si laurea in architettura nel 1944. Già nel 1938 inizia a collaborare con Pier Giacomo, anch’egli architetto: un sodalizio dagli esiti felici, che prosegue fino alla morte di quest’ultimo. Insieme, i fratelli Castiglioni firmano allestimenti, architetture, interni ma anche arredi e oggetti di uso quotidiano, soprattutto luci. 

Una produzione caratterizzata da razionalità funzionale ma anche da grande inventiva e da una certa ironia. La stessa che Achille aveva mostrato fin da studente quando nel 1940 si era presentato a un esame del Politecnico di Milano con un modello realizzato con fette di formaggio. Il progetto riguardava un centro culturale rionale fascista e la scelta dei materiali esprimeva, con spirito sardonico, una critica implicita al regime. 
Un episodio che anticipa il carattere sperimentale ed essenziale delle sue creazioni successive, spesso risultate dall’accostamento di materiali e oggetti diversi in un unico prodotto. 

achille castiglioni modello per gruppo rionale fascista
Modello per gruppo rionale fascista, Achille Castiglioni

Design senza tempo: 5 creazioni di Achille Castiglioni da scoprire

Nella vita di questo poliedrico talento, non mancano i riconoscimenti ufficiali, primo fra tutti il prestigioso Compasso d’Oro. Achille Castiglioni se ne aggiudica nove in tutto: otto per i suoi prodotti (compresi alcuni realizzati con il fratello) e una menzione speciale “per aver innalzato, attraverso la sua insostituibile esperienza, il design ai valori più alti della cultura”, come recita la motivazione. Del suo esteso repertorio di progetti, abbiamo deciso di raccontare cinque oggetti in particolare, tuttora in produzione e che spaziano dagli accessori, ai mobili, all’illuminazione: esemplari del suo estro versatile e creativo.

1. Mezzadro (1971)

Di sapore duchampiano, Mezzadro dimostra la capacità dei Castiglioni di prelevare oggetti esistenti in ambiti lontani dall’abitare e metterli insieme per crearne di nuovi, con effetto straniante. Disegnato nel 1957 ed esposto all’XI Triennale, Mezzadro è composto da soli quattro pezzi
Il sedile da trattore, in lamiera stampata e verniciata, si aggancia al gambo curvo in metallo (sempre usato nei trattori) senza l’uso di viti o bulloni, ma grazie a un perno di fissaggio tipico delle biciclette. Completa lo sgabello un piede di faggio recuperato dal mondo nautico, che serve a dare maggiore stabilità alla seduta. Zanotta lo produce dagli anni Settanta nei colori arancio, rosso, giallo, bianco o nero. È così che la Pop Art e il ready-made diventano arredamento: Mezzadro, con il suo aspetto insolito, estraneo e buffo, si ribella all’enfasi quasi sacrale che accompagna la figura del designer e le sue creazioni.

mezzadro achille castiglioni
Mezzadro, Achille e Pier Giacomo Castiglioni

2. Sleek (1962)

Si chiama Sleek ed è un cucchiaio per barattoli, commissionato ai fratelli Castiglioni da un’agenzia di marketing per promuovere la maionese Kraft. “Avremmo potuto fare il manico a forma di donnina o di gatto: al committente sarebbe andato benissimo. Invece realizzammo un oggetto utile”. Le parole sono quelle di Achille, che nel 1997 racconta la genesi di un progetto nato nel 1962 e ancora oggi realizzato da Alessi
Sleek è lungo 20 cm, è in plastica e ha una forma asimmetrica diversa da qualunque altro cucchiaio: la punta ha la stessa curvatura di un barattolo standard; il lato dritto aderisce perfettamente alla parete interna del recipiente e si chiude in alto con lo stesso angolo che c’è tra il corpo cilindrico e il collo dei contenitori in vetro. 
Anche il manico è studiato nel dettaglio: sul fronte era possibile infatti inserire una scritta pubblicitaria, mentre sul retro è presente una lunetta in rilievo per appoggiare il pollice e tenere salda la presa. 
Inconsueto e originale, è la prova dell’ingegno a servizio della funzionalità (e della golosità!).

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Sleek, Achille e Pier Giacomo Castiglioni

3. Arco (1962)

Firmata da Achille e Pier Giacomo, Arco è uno dei pezzi più iconici della produzione dei due. Come molte delle loro opere, anche questa deriva da un’esigenza reale: illuminare un tavolo con un punto luce mobile e non fisso a soffitto (com’era invece in uso allora) per permetterne lo spostamento libero nello spazio.
La soluzione è una piantana da terra lineare nella forma e nella costruzione, ispirata ai lampioni stradali. Lo stelo telescopico e arcuato, dal quale prende il nome, è composto da tre pezzi in acciaio inossidabile che nascondono i fili elettrici: scorrendo uno dentro l’altro, consentono inoltre di regolare l’altezza in tre posizioni diverse. 
La cupola invece è composta da due elementi: una calotta traforata che facilita il raffreddamento del portalampada e un anello in alluminio orientabile. 
Alla base, un parallelepipedo in marmo bianco di quasi 65 kg, fa da contrappeso sostenendo la lampada. “Nella Arco niente è decorativo: anche gli spigoli smussati della base hanno una funzione, cioè quella di non urtarci; anche il foro non è una fantasia ma c’è per permettere di sollevare la base con più facilità”. Basta un manico di scopa per spostarla: inserito all’interno del buco, può essere afferrato per farla scorrere sul pavimento.
Negli anni, Arco (oggi realizzata da Flos) ha subito pochissimi cambiamenti, ma anche moltissime imitazioni, più o meno riuscite.

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Arco, Achille e Pier Giacomo Castiglioni

Un effetto collaterale che conferma il successo globale di questo progetto. Ma non è l’unica lampada a raggiungere tale livello di notorietà: tra le più famose ricordiamo anche l’intramontabile Parentesi, tra gli oggetti Compasso d’Oro più diffusi nelle nostre case, esposta anche all’ADI Design Museum di Milano.

4. Interruttore rompitratta (1968)

È l’oggetto di cui Achille andava più fiero ed è anche quello per cui, in un certo senso, è meno conosciuto, dato che è rimasto a lungo anonimo per volere degli stessi Castiglioni. 
L’idea è tanto semplice quanto versatile: l’interruttore rompitratta può essere applicato su qualunque cavo elettrico privo di interruttore per interrompere o attivare il passaggio della corrente elettrica. 
È composto da due gusci in plastica termoindurente dalla forma stondata, per facilitare maneggevolezza e spostamento lungo il piano. Nella parte superiore, il nottolino in rilievo serve ad accendere o spegnere la luce: operazione segnalata anche dal suo inconfondibile rumore. Pur essendo così essenziale, è facile da trovare e adoperare anche al buio: basta scorrere la mano lungo il filo per individuarlo e usarlo subito.Progettato insieme al fratello Pier Giacomo, è stato prodotto in milioni di pezzi ed è tuttora presente nel catalogo di Relco Group.

interruttore rompitratta achille castiglioni
Interruttore rompitratta, Achille e Pier Giacomo Castiglioni

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5. Spirale (1971)

Oggetto comune, il posacenere viene interpretato da Achille in modo apparentemente banale eppure efficacissimo. Una boccia di acciaio inossidabile ospita all’interno una molla, facile da rimuovere. Così si risolvono in un colpo solo due problemi: la facilità di pulizia e la stabilità della sigaretta, che rimane ferma tra gli anelli della spirale senza cadere.
Inizialmente prodotto da Bacci in marmo del Belgio e silverplate, oggi è venduto da Alessi in due dimensioni: con diametro da 16 cm (e altezza 7 cm) o da 12 cm (altezza 4,5 cm).

spirale achille castiglioni
Spirale, Achille Castiglioni

“Se non siete curiosi, lasciate perdere” scrive Achille sull’Espresso nel 1992. “Se non vi interessano gli altri, come agiscono, allora quello del designer non è un mestiere per voi. Non pensate di diventare gli inventori del mondo. Non è così, e non deve esserlo”. 
I suoi progetti confermano appieno questa filosofia: è proprio grazie al suo sguardo aperto, interessato, “prensile” e alla sua capacità di tradurlo in creazioni funzionali che Achille Castiglioni è ancora oggi maestro indiscusso del design italiano.

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